Eric Texier, produttore della regione del Rodano, ci racconta del consumo dei suoi prodotti nei principali mercati della sua rete internazionale.
V: Eric, dove sono venduti maggiormente i tuoi vini?
E: Attualmente i miei più grossi clienti sono Stati Uniti, Canada, Norvegia, Inghilterra e Giappone.
V: Raccontaci qual è la percezione dei tuoi vini in questi paesi e cosa cerca la gente quando li beve.
E: Potremmo dire che ci sono due tipologie di clienti: i primi, cercano vini molto tradizionali del Rodano Nord, come gli inglesi ad esempio. Poi troviamo persone che ricercano vini prodotti secondo lo spirito dell’agricoltura bio ma fedeli al proprio terroir, senza intervento di vinificazione carbonica, la quale standardizza i vini non facendo risaltare le caratteristiche delle proprie origini. A livello di mercato io mi situo nel mezzo, producendo dei vini che utilizzano pratiche nel rispetto della natura ma che, allo stesso tempo, mantengono intatto il legame con la tradizione, soprattutto in termini di identità territoriale, di terroir. Ad esempio, nessuno dei miei importatori ricerca vini naturali “estremi” ma piuttosto “vin de terroir”.
V: Quando si viaggia negli Stati Uniti, Canada oppure Norvegia, quali sono i luoghi dove possiamo generalmente trovare i tuoi vini?
E: C’è un po di tutto ma, principalmente, negli States, dove la cultura dell’acquisto di vino in enoteca è profondamente radicata, troviamo enoteche specializzate con un personale molto preparato. In Europa, invece, ci troviamo in diversi tipi di locale, dai bar à vin, alle enoteche con mescite, dove puoi sia comprare una bottiglia o bere un bicchiere.
V: Puoi darmi un esempio di enoteca specializzata?
E: Si, certo: Chambers Street a New York (https://www.chambersstwines.com/), è un’enoteca molto conosciuta negli Stati Uniti, anzi forse la più conosciuta. Hanno una bellissima selezione di vini tradizionali e un’ottima selezione di vini naturali dal forte carattere territoriale, come ad esempio i miei.
V: Passiamo al nostro mercato: in Italia c’è una grossa produzione di vino; dunque c’è qualcosa di importante che vorresti che le persone sapessero quando si parla dei tuoi vini?
E: Si…per fare un esempio se in Francia qualcuno facesse del nebbiolo, tutti noi avremmo l’impressione di qualcosa di anomalo, che ovviamente non avrebbe nulla a che vedere con i grandi nebbioli del nord del vostro Paese. Penso che gli italiani, sapendo che Brezeme è una Syrah, non penserebbero certo che la Syrah sta al Rodano Nord come il nebbiolo sta il Piemonte. La pura espressione della Syrah è il Rodano Nord. Di conseguenza ritengo che tutti i miei vini, così come tutti quelli che vengono fatti tradizionalmente nella valle del Rodano Nord, dovrebbero essere percepiti come dei veri e propri punti di riferimento riguardo la reale espressione della Syrah. Ad esempio, questo non succede con il Pinot Noir: nessuno in Italia, bevendo un Pinot Noir prodotto in Alto Adige, penserebbe che abbia qualcosa in comune con quelli prodotti in Borgogna; eppure, questo, non accade altrettanto con la Syrah! Sembra che gli italiani abbiano ancora difficoltà a capire che la Syrah non è una varietà autoctona della Toscana (ride)
V: Effettivamente la tua Syrah si caratterizza per una pronunciata finezza ed eleganza che ci spiazza sempre.
E: Difatti, in Francia, si dovrebbe guardare la Syrah come un vitigno del Nord, come il Gamay e il Pinot Noir, piuttosto che appartenente alla famiglia dei Cabernet Sauvignon, Merlot, Grenache o Mourvedre (provenienti dal Sud). La Syrah generalmente viene interpretato come un “vino ciccione” in tutti i paesi. In realtà si tratta di un vitigno che rispecchia le caratteristiche dei vino del Nord, più magri ed eleganti.
09.02.2016
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