La collina che non ti aspetti

Bageiras PT BairradaChi segue con passione il mondo del vino, non può non aver camminato almeno una volta lungo i dolci e verdi pendii di una collina. Questa, da sempre, fa parte di quell’immaginario comune che finiamo per associare alla vite e, da molti, viene ancora considerata come zona vitivinicola per eccellenza.

Dalla collina al vino il passo è quindi breve: VITE, quest’anno, ha selezionato alcune delle le colline più belle tra Champagne, Borgogna, Jura e Bairrada, ricercando in questa diversità geografica, dei vini puliti e dal sapore ben preciso.

Proprio in Champagne, a Chatillon sur Marne, incontriamo Pierre Charlot, uno dei cavalli di battaglia dell’azienda che i veri appassionati di bollicine, dovrebbero ormai conoscere.Charlot FR Champagne

Classe ’87, carabiniere nel tempo libero, Pierre lavora solo su vigne vecchie situate a diverse altitudini, sopra o sotto il paese, come piace dire a lui, considerata l’altezza del villaggio (dal livello del mare) che taglia idealmente a metà la collina. Data la sua straordinaria capacità di interpretazione, non è un caso che autorevoli riviste come Le Rouge & le Blanc gli abbiamo dedicato un’intera sezione (Le Rouge & le Blanc n 112, 2014) con il titolo di “Le Jeune Homme Pressè”, ovvero il giovane uomo che ha fretta di crescere.La guida Gaut Millau lo aveva già intitolato come giovane rockstar dello champagne.LRLB Charlot

Spostandoci di poco arriviamo in Jura, zona collinare piuttosto alta al confine con la Svizzera. Qui, grazie soprattutto al lavoro svolto da Alain Labet negli anni 80 sulla vinificazione alla borgognona (soprattutto suoi bianchi), si respira una bella ondata di freschezza grazie a piccole realtà che hanno l’obiettivo di difendere il proprio terroir. I suoli di marne, composti da sedimenti a strati che celano depositi di sale gemma, donano al vino una peculiare sapidità. Il fleur de savagnin di Domaine Labet rappresenta per noi la sintesi più intelligente di questo scenario in evoluzione. Jamie Goode, nel suo blog, lo definisce come “incredibly beautiful and complex”.

Più a nord, a Pupillin, parte della denominazione Arbois - Pupillin, troviamo un altro grande interprete di terroir, Jean Michel Petit di Domaine De La Renardiere, che con il suo ploussard, o plou - plou come lo chiama affettuosamente lui, riesce ad esprimere al meglio la vitalità di questo vitigno a bacca rossa.Renardière FR Jura

Una zona tutta da scoprire, invece, è il Bairrada, in Portogallo, una delle frontiere di VITE di quest’anno. Come spesso accade in altri casi, il Bairrada, è sconosciuto in Italia ma non all’estero, e richiama l’attenzione di esperti ed appassionati per un vitigno in particolare: il Baga. Associato spesso ad un grande vitigno a bacca rossa, come per l’Italia il Nebbiolo o il Pinot Noir per la Francia, offre dei vini di rara finezza, complessità e longevità. Due produttori presenti nel catalogo di VITE di quest’anno, Filipa Pato e Mario Sergio Nuno, sono considerati da molti come due attori importanti del nuovo periodo di rinascita portoghese. Non a caso VITE ha dedicato a questo rinascimento enologico iberico, un vero e proprio tour. Mentre l’approccio di Mario è più ancorato alla tradizione – si veda al esempio il suo Quinta Das Bageiras, Garaffeira Tinto 2010 – quello di Filipa è uno stile più fresco e moderno, con lunghe fermentazioni nelle anfore.Pato PT Bairrada

Per maggiori informazioni sui vini – e sulle colline – consultate il catalogo di VITE.

Vi troverete, appunto, non le solite colline e, soprattutto, non i soliti vini.

VITE PRODUZIONE RISERVATA

10.05.2016

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