In questa tappa della Missione Scopritori siamo andati alla scoperta di una regione spagnola davvero speciale, la Rias Baixas in Galizia!
La Missione Scopritori di Terroirs è un viaggio in 8 territori vitivinicoli che andremo a scoprire insieme a voi nei prossimi mesi. Quattro saranno le tappe all’estero e quattro quelle in Italia.
Chiunque di noi, anche senza saperlo, ha sentito parlare di Galizia. Quando infatti parliamo della Cattedrale di Santiago de Compostela, meta importante dei pellegrinaggi sia religiosi che non, è una delle mete più conosciute del mondo. Si dice infattin che siano circa 320.000 i pellegrini che ogni anno percorrono il cammino verso la Cattedrale. Chiamiamola la prima scusa della lista per avventurarsi in una delle regioni più belle di Spagna.
La Rias Baixas è una zona costiera della Galizia che da anche il nome alla Denominazione di Origine, la DO Rias Baxias, conosciuta nel mondo per la produzione di un vino bianco di carattere atlantico a base di uve Albariño.
Arrivare in Galizia per noi, dopo anni di visite, è diventato come tornare a casa, ed in questo caso è stato ancora più bello tornare perché volevamo fare un reportage completo che potesse farvi immergere in quelle che sono le caratteristiche della zona della Rias Baixas.
Intanto di cosa stiamo parlando? La Rias Baixas è una zona di costiera che presenta delle insenature, Las Rias appunto, queste insenature molto simili ai fiordi, presentano un microclima davvero particolare. Innanzitutto abbiamo il fenomeno delle maree, infatti le Rias si riempiono e si svuotano 2 volte al giorno. Per noi che viviamo sul Mediterraneo è davvero impressionante vedere come il livello del mare salga riempiendo le insenature e allo stesso tempo vedere che si ritiri lasciando delle lunghe spiagge, alghe e un odore di mare pungente.
Proprio nei pressi delle rias si fa viticoltura e tra le varie sottozone della Rias Baixas siamo andati nel Salnés, a Cambados per visitare la realtà di Xurxo Alba Padin, aka Bodegas Albamar.
La sottozona del Salnés, si trova nella Ria de Arousa, l’insenatura più grande della costa, protetta dalla penisola di O Grove. In questa zona i terreni viticoli sono composti da granito, più o meno decomposto in una sabbia fertile. Dall’alto possiamo osservare come i vigneti siano principalmente piantati a ridosso della costa interna della Ria, protetti dal’Oceano ma a contatto con il mare. La cosa che principalmente caratterizza questa zona viticola è il minifundio ovvero la parcellizzazione della superficie vitata.
E’ molto raro trovare un vigneto di grandi dimensioni di proprietà di un unico viticoltore, piuttosto lo scenario sono moltissime piccole parcelle di proprietà delle famiglie che mantengono anche piccoli fazzoletti di terra per la coltivazione della vite. Già in questo caso ci rendiamo conto del fatto che nonostante la maggior parte delle persone abbia un lavoro, viene mantenuto il vigneto anche se di piccole dimensioni per poi vendere l’uva o vinificare un po’ di vino per casa. Nella frazione di Castrelo, quando visitiamo Bodegas Albamar, ci troviamo nel bel mezzo di un via vai di persone che passano a prendere un bicchiere di vino al furancho, locanda per gli avventori della frazione, ognuno di essi è proprietario di un piccolo vigneto nella zona e sono anche i custodi dei saperi storici della vinificazione, anche di quando la Rias Baixas coltivava principalmente uve a bacca rossa. Vedere Xurxo servire un pincho a questi vecchi signori e parlare con loro della stagione viticola in arrivo è qualcosa di profondamente tradizionale in Rias Baixas.
Bodegas Albamar è una realtà giovane nella Rias Baixas, nata nel 2006. Xurxo dopo una formazione da tecnico agrario e una laurea in viticoltura ed enologia, lavora per diversi anni come consulente per un laboratorio di analisi di Cambados. Xurxo è nato nel vino, suo padre da sempre gestiva qualche vigne nella zona di Castrelo, come tutti d’altronde. Quella che oggi è la cantina era un negozio di generi alimentari della frazione, negozio che era stato trasformato dai genitori in un furancho a seguito dell’apertura dei supermercati. Il furancho è un luogo in cui le persone si riuniscono, quotidianamente per bere un bicchiere di vino e mangiare un piatto cucinato da Isa, la mamma di Xurxo.
Il padre Luis, aveva dunque iniziato a produrre del vino che potesse poi essere servito ai tavoli. Xurxo ha voluto nel 2006 provare ad iniziare un percorso, quello di raccontare la sua lettura di Rias Baixas, è stato un passaggio semplice d’un lato, riprendendo il lavoro del papà, ma dall’altra una grandissima voglia di sperimentare cose nuove, in un periodo in cui stavano nascendo le prime realtà artigianali davvero interessanti della zona. Negli anni Xurxo sperimenta, sperimenta vinificando in vari vasi vinari, vinificando parcelle dal carattere unico, sia per località che per età dei vigneti, vinifica vini rossi, collaborando con anziani proprietari dell’entroterra che coltivano ancora piante centenarie di Caiño ed Espadeiro.
Nel frattempo il furancho continua la sua attività, con un costante via vai di persone, con i quali Xurxo si confronta. La Tortilla della mamma di Xurxo è stata mangiata da persone che arrivavano a Castrelo da qualsiasi parte del mondo. Al furancho di Bodegas Albamar sono nate collaborazioni, amicizie. Ed anche per noi vivere il furancho ci ha fatto capire come Albamar sia una realtà estremamente viva ed in costante movimento.
Sempre con Xurxo siamo andati poi a conoscere quella che è la filiera che insieme al vino costituiscono la maggiore fonte di reddito della zona, i frutti di mare. Xurxo ci aveva detto che aveva parlato con una signora che viene sempre al furancho per andare con loro a vedere la raccolta delle vongole nella Ria. Così la mattina siamo partiti presto e scesi con la furgo Volkswagen vino alla spiaggia.
Improvvisamente ci rendiamo conto che nella spiaggia che la bassa marea rendeva visibile c’erano un centinaio di donne che lavoravano. Inforchiamo gli stivali e andiamo in spiaggia per avvicinarci verso il nostro contatto. Maria era la caposquadra e ci ha fatto vedere cosa stavano facendo. Le signore cavavano dalla sabbia le vongole, era giorno di raccolta.
Maria ci spiega come funziona la coltura delle vongole: “in questa area seminiamo le vongoline piccole e stanno in questa zona per circa un anno, poi successivamente le caviamo e le seminiamo più a largo in modo tale che possano crescere, le vongole crescono nella sabbia, ce ne sono di diverse tipologie e le riconosciamo dai buchetti che vediamo nella sabbia, se è uno è una Almeja fina, se ne vediamo due è un’Almeja Japonica, questo dipende dal numero di sifoni che hanno. Le raccogliamo, controlliamo con un calibro la dimensione, se vanno bene le peschiamo, sennò le ributtiamo.
Queste signore hanno il compito durante questo momento della giornata con la marea bassa, di raccogliere un secchio di vongole, che poi verranno divise per calibro e vendute all’asta del pesce, a seconda della vendita all’asta le signore saranno pagate. E’ una pratica tradizionale e scendiamo a pescare circa 12 giorni al mese, nel restante del tempo ci dedichiamo alla vigna o al campo, per noi è normale che sia così, variamo di attività!” Ascoltare Maria raccontarci questa storia ci ha davvero lasciato senza parole. Più tardi ci dirigiamo al porto dove incontriamo Daniel, il fratello minore di Lino uno degli uomini di Bodegas Albamar. Daniel ci fa salire sulla sua lancia per adare a largo nella Ria per visitare una Batea.
La Batea è una piattaforma galleggiante fatta in legno con dei galleggianti, ancorata al fondale. Conosciamo dei mitilicoltori, erano andati la mattina in mare aperto per prendere delle piccole cozze che sie erano formate sugli scogli, ed in quel momento grazie da una tela le stavano avvolgendo su una fune, che poi viene appesa alla batea e lasciata nel mare dove le cozze crescono, da pochi millimetri ad una cozza pronta per la vendita ci vogliono circa 18 mesi.
Ci raccontano di come le bateas siano anche in zone più di mare aperto dove le cozze crescono più velocemente, ma il frutto di mare è meno delicato e dolce rispetto alle bateas dentro la Ria. E’ stato impressionante vedere daniel che tirava su una corda con attaccate migliaia di cozze. Ogni fune è lunga circa dieci metri e da ogni fune si ricavano 10 sacchi da 10 Kg di cozze che dall Galizia partono per raggiungere i mercati di tutto il mondo.
Dopo la batea siamo andati alla Lonxa, ovvero il magazzino dove avviene l’asta del pesce, dei crostacei e dei frutti di mare. Funziona esattamente come ogni asta, ci sono le cassette dei pesci ed un prezzo di partenza, chi offre di più si porta a casa la merce freschissima, quando siamo passati noi stavano facendo quella delle seppie, impressionante era vedere come cambiassero colore da quanto erano fresche.
Per concludere abbiamo visitato un acetario, ovvero il luogo dove i frutti di mare vengono depurati prima di andare in vendita. In questo frangente siamo anche riusciti a vedere un qualcosa di veramente eccezionale, ovvero due signore che stavano preparando le ostriche da mettere nelle bateas.
Tendevano delle funi su delle tavole in legno, un’ostrica più grande si poneva sotto il filo, poi l’altra metteva una spatolata di cemento ed infine venivano poste altre due ostriche sopra. Una volta asciutto il cemento si ottiene una sorta di catenella. Nell’arco di 18 mesi le ostriche verranno prelevate dal mare e riportate all’acetario per la depurazione e poi la vendita.
Non vi nascondiamo che ci è salita una fame tremenda a veder tutto quell’abbondanza di rari frutti di mare, così siamo andati a casa, nel furancho per pranzare. Tutti i frutti di mare sono stati preparati facendoli giusto aprire con il calore, poi tolti e mangiati, giusto le volandeiras hanno ricevuto un filo d’olio. Il marisco in Galicia si mangia puro.
Crediamo fortemente che per capire un territorio vitivinicolo, sia necessario comprendere la cultura gastronomica, storica, sociale. La Rias Baixas è un luogo estremamente ricco e variegato, dove il vino si incastona in un sistema ben più complesso che ne da un quadro che ne sa di Atlantico, di iodio, di selvaggio ed estremamente vivo.
Si conclude così la quarta tappa della nostra Missione, vi salutiamo dai confini della terra. Sicuri che veniate presto a farvi un giro. Continuate a seguirci in questo viaggio alla scoperta dei territori e le loro culture gastronomiche!