I viaggi di VITE - Il Rodano da Nord a Sud

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La Vallée du Rhone è una tra le regioni vitivinicole più ampie di tutta la Francia, per darvi qualche cifra stiamo parlando di 75'600 ha vitati per un totale potenziale di produzione che si aggira intorno a 400 milioni di bottiglie.

La Valle del Rodano si pensa sia stata colonizzata a livello viticolo per la prima volta da parte dei Focei, un popolo che proveniva dall’attuale città di Izmir (=Smirne), in Turchia.

I Focei durante il VI secolo a.C. si vedettero costretti a lasciare la propria patria in quanto persero la loro indipendenza politica dopo la conquista da parte dei persiani. Dopo un flebile tentativo di instaurarsi a Chio, viaggiarono verso la Corsica e l’attuale Francia, piantando viti in quel lungo corridoio che oggi chiamiamo Vallée du Rhone.

La vera svolta però dello sviluppo viticolo arrivò solo con i Galli che fecero di Lione la propria capitale ed il Rodano un’arteria molto importante per la navigazione ed i commerci.

A testimonianza del fatto che il rodano fosse stato colonizzato dai Galli ed in seguito dai Romani, è stato ritrovato un sito archeologico di dimensioni enormi (circa 7 ettari), proprio di fronte alla città di Vienne a Sain Romain en Gal. Dove nel 1996 è stato finalmente aperto uno dei musei archeologici più importanti di Francia, il Musée Gallo – Romain; all’interno del museo oggi possiamo ammirare dei dolium, ovvero i contenitori dove veniva stoccato il vino.

4 Musee Gallo Romain Dolium

La Valle del Rodano successivamente ha visto la dominazione da parte dell’Impero romano, fino alla sua caduta con la conseguenza venuta dei barbari.

Durante il Medioevo, come per tutta la Francia e non solo, chi si prese cura della vite e della sua coltivazione furono i monaci che fecero sopravvivere questa coltura ancestrale.

Se dovessimo però stabilire un momento veramente importante storicamente che dettò la vera svolta della zona a livello vitivinicolo lo dovremmo individuare nell’insediamento del papato ad Avignone nel 1309 fino al 1377. Il papato, forte del suo potere e sentendosi a casa ed al sicuro da una parte dall’instabilità romana e dall’altra dal dominio inglese a Bordeaux, prosperò nella zona per meno di 70 anni, ma furono tanto importanti da trasformare la stessa città di Avignone e costruire poi, quello che diventò un simbolo di potere del papato, voluto da Giovanni XXII, il Castello di Chateauneuf, residenza estiva dei papi di Avignone. Il castello dalla cima della collina domina la Vallée du Rhone. Il questi pochi anni l’economia della regione del Vaucluse si trasforma totalmente e così anche il valore del vino lì prodotto. Come sappiamo la storia prosegue, le guerre, le carestie che decimarono e provarono la popolazione, fino alla rivoluzione e l’indipendenza con la presa della Bastiglia che sancisce la tregua e finalmente la Vallèe du Rhone a partire dagli inizi del XIX secolo, prospera, mai cantare vittoria troppo presto però, arriva la fillossera…

E’ stato poi il Barone Leroy ad inizio 1900, produttore a Chateauneuf – du – Pape, a dare quell’impulso che fece ripartire la zona fino ai giorni nostri.

Il Barone Leroy ha avuto anche un altro grande merito, infatti dal 1930 lavora per creare la definizione di AOC, Appellation d’Origine Controlée. Chateauneuf du Pape è stata dunque la prima AOC di Francia. Questo modello verrà poi applicato a tutte le regioni francesi per inquadrarne le caratteristiche: delimitazione dell’area della denominazione, i vitigni riconosciuti, la tradizione, i sistemi di impianti, i gradi alcolici minimi e la finestra di vendemmia.

La tendenza storica produttiva in questa regione negli ultimi anni, intendo dagli anni ’90 in poi, è stata caratterizzata dalla così chiamata “parkerizzazione”. Dopo Bordeaux, dove Michel Rolland aveva cavalcato la vague di Wine Spectator e dunque del noto critico Robert Parker, anche nella Vallée du Rhone, in particolare nella zona meridionale si è vista una tendenza produttiva dove la surmaturazione, la grande estrazione in vinificazione e l’utilizzo del legno quasi ossessivo ci ha donato, in particolar modo a Chateauneuf du Pape delle espressioni particolarmente “cotte” e lontane dalle originarie finezze. E fu così che i 100 punti Parker iniziarono a piovere sulla regione, influenzandone lo stile generale di produzione che andava sempre più a caccia di punti piuttosto che alla ricerca dell’espressione del terroir.

La voglia e l’impegno che mi sto assumendo con voi sarà quello di darvi delle nozioni sulla Vallée du Rhone, da nord a sud ma privilegiando una definizione ed espressione del terroir per alcuni versi antica, ma che si incarna perfettamente nel vero terroir del Rodano e nei veri vini che fanno sognare i grandi appassionati, dai Cornas di Marcel Juge e di Noel Verset agli Chateauneuf du Pape di Rayas: Finezza, eleganza, terroir. I produttori con i quali VITE ha intrapreso il cammino ricercano ed incarnano questo stile di Rodano, grandi espressioni, fuori dal tempo.

Come per ogni viaggiatore è importante conoscere e studiare le mappe, anche per essere un vero Scopritore di Terroirs bisogna avere ben presente il territorio in cui ci andremo ad immergerci.

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La regione può essere suddivisa in due macrosettori:

  • La zona settentrionale, con un clima continentale.
  • La zona meridionale, con un clima mediterraneo.

Questa suddivisione però è frutto di una situazione abbastanza recente da un punto di vista geologico. Dagli studi emerge che un tempo, esattamente 24 milioni di anni fa, durante l’epoca del Miocene, il Mar Mediterraneo era presente nella Vallée du Rhone ed arrivava fino alla città di Lione. La Vallée du Rhone, dunque, era completamente invasa dal mare, fino a 3 milioni di anni fa quando, durante il Pliocene, il mare scomparve fino ai giorni nostri.

La presenza del mare infatti è una delle chiavi per spiegarci la presenza di marne all’interno della valle, talvolta calcaree. Ma la formazione dei suoli così detti autoctoni si deve ad un fenomeno di erosione ed un conseguente accumulo di detriti provenienti sulla riva destra dal Massiccio Centrale e sulla riva sinistra dalle Alpi. I fiumi furono i tramiti per i quali i detriti bonificarono nel tempo la Valle. Di conseguenza a livello di suoli dobbiamo parlare di:

  • Suoli di origine eruttiva: quarzo, graniti e rocce metamorfiche:gneiss, micascisti
  • Rocce Calcaree, marnose e arenarie
  • Materiali alluvionali

Ma dove li troviamo? Quali sono le AOC caratterizzate da queste tipologie di suoli?

Macrosettore Settentrionale:

  • SUOLI: Graniti e rocce metamorfiche
  • AOC: Cote Rotie, Condrieu, Chateau Grillet, Saint Joseph, Cornas, Saint Péray, Crozes-Hermitage, Hermitage, Saint Julien en Saint Alban.

Macrosettore Meridionale:

  • COLLINA: Calcari e marne
  • AOC: Brézème, Rasteau, Gigondas, Tavel
  • PIANURA: Sabbie, argille, detriti e ghiaia su base calcarea e marnosa
  • AOC: Chateauneuf du Pape

7 CHAT FOU LOW

All’interno di quella che è l’AOC Cotes du Rhone vengono ammessi e riconosciute 21 varietà differenti di cui 13 a bacca nera e 8 a bacca bianca. Di ogni tipologia si distinguono poi quelle che sono le varietà principali e le varietà secondarie.

Vitigni a bacca nera:

  • Principali: Grenache, Syrah, Mourvedre.
  • Secondarie: Carignan, Cinsault, Counoise, Muscardin, Vaccarèse, Camarèse, Picpoul noir, Terret noir, Grenache gris, Clairette rose.

Vitigni a bacca bianca:

  • Principali: Grenache blanc, Clairette blanche, Marsanne, Roussanne, Bourboulenc, Viognier.
  • Secondarie: Ugni blan, Picpoul blanc.

La quantità di varietà è davvero incredibile, tra le secondarie, quelle di cui praticamente non si hanno traccia da un punto di vista vitivinicolo nella zona sono: Muscardin, Vaccarèse, Camarèse, Terret noir e Ugni blanc.

Anche in questo caso dobbiamo dividere quelle che sono le varietà principalmente presenti a settentrione e a meridione:

Macrosettore Settentrionale:

  • Bacca nera: Syrah e Grenache (Grenache solo per i Cotes du Rhone)
  • Bacca bianca: Clairette blanche, Marsanne, Roussanne e Viognier.

Macrosettore Meridionale:

  • Bacca nera: Grenache, Syrah, Mourvedre, Carignan, etc…
  • Bacca bianca: Grenache blanc, Clairette blanche, Marsanne, Roussanne, Bourboulenc.

Non possiamo nascondere però che, nonostante l’interessante presenza di bianchi in tutto il territorio della Cotes du Rhone, vengono principalmente riconosciuti ed apprezzati i vini rossi, per questo non possiamo non menzionare alcune caratteristiche dei vitigni principali:

Grenache: Tipica varietà a bacca nera presente in tutto il settore, in particolar modo trova la sua massima espressione nel macrosettore meridionale. La Grenache rappresenta circa tra il 55% ed il 60% di tutto il territorio vitato, di conseguenza parliamo di circa 40'000 ha vitati a Grenache. E’una varietà di grande carattere che da vini ricchi e mediamente alcolici. La contraddistinguono le note di frutta, liquirizia e spezie. I vini hanno un grande potenziale di affinamento. La sua più grande espressione la troviamo proprio a Chateauneuf du Pape.

Sinonimi: Garnatxa, Garnacha, Alicante, Granaccia, Tai Rosso, Cannonau.

Syrah: Varietà principe del macrosettore del nord. La Syrah rappresenta il 15% di tutto il territorio vitato. E’ una varietà con un ciclo più breve rispetto alla Grenache e per questo si adatta meglio a climi continentali che ne prolungano i tempi di maturazione favorendo uno sviluppo della sua peculiare parte aromatica. Nonostante queste caratteristiche è sempre più presente nell’area meridionale dove viene sfruttata a piena maturazione per dare colore e golose note fruttate e speziate. Le si addicono ad ogni modo climi più freschi dove riesce a tirar fuori tutto il suo carattere mantenendo la finezza, ne risultano dei vini con note speziate, di cassis, leggermente vegetali con tendenze alle olive nere cotte al forno. Si producono grandissimi vini a partire da Syrah nelle AOC: Hermitage, Cote Rotie, Cornas, Saint Joseph, Crozes Hermitage, Saint Julien en Saint Alban e Brézème.

Sinonimi: Ermitage, Neiretto, Neretta.

Mourvedre: Esigente in calore e luce è una varietà che trova la sua dimora ideale nel settore meridionale. Rappresenta circa il 3% del suolo vitato nella Vallée du Rhone. Da vini di grande intensità e molto ricchi a livello espressivo che hanno capacità di invecchiare molto bene.

Sinonimi: Monastrell, Matarò.

Non ci dobbiamo dimenticare però che l’uvaggio è pratica comune per i vini della Cotes du Rhone. Questa particolare interpretazione di una zona ne aumenta le sfaccettature del terroir ma soprattutto è un buon modo per bilanciare varietà che non sempre hanno un equilibrio a se stante. E’ molto comune dunque trovare vini prodotti a partire da un uvaggio:

  • Bacca nera: Assemblaggio di varietà come Grenache, Syrah, Mourvedre, Carignan e Cinsault soprattutto nel settore meridionale in tutte le AOC o nei vini sotto denominazione Cotes du Rhone.
  • Bacca nera e a bacca bianca: come ad esempio per alcuni vini commercializzati sotto la denominazione Cotes du Rhone: Grenache, Cinsault e Clairette, fino a grandi AOC come Chateauneuf du Pape: Grenache, Mourvedre e Clairette; oppure in Cote Rotie: Syrah e Viognier.

In questo caso le varietà a bacca bianca apportano freschezza e acidità dove manca, ad esempio il Grenache non è particolarmente acido, oppure la Syrah sulla Cote Rotie, come fa intendere il nome, spesso è parecchio matura.

  • Bacca bianca: Sia nel settore meridionale che in quello settentrionale i vini sono spesso frutto di assemblaggio delle varietà tipiche della zona, come abbiamo indicato in precedenza, ad esempio a Chateauneuf du Pape: Clairette e Bourboulenc; su Hermitage: Marsanne e Roussanne.

ERIC TEXIER

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Andrea Gaggero

Scopritore VITE

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