Alta Murgia
Puglia

Un viaggio che ci porta nella punta più a nord del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, con le brulle colline, gli alberi di olivi, le vigne.

Il paesaggio che ci circonda racconta una terra selvaggia, profondamente naturale. Quando si arriva da Morasinsi si respira la continuità con questo paesaggio. Ci accoglie Sveva, sorridente, che insieme al marito Peter hanno creato a pochi chilometri da Minervino Murge, un’azienda che vuole dare valore al territorio e restituire consapevolezza agricola al territorio stesso.

Visitando gli oltre 10 ha di vigneto troviamo varietà come il Moscato Reale, il Pampanuto l’Aglianico pugliese ed il protagonista della zona, il Nero di Troia. Sveva ci racconta come l’intento sia quello di seguire i dettami dell’agricoltura rigenerativa, dove le viti siano parte di un sistema che si autoalimenta piuttosto che un sistema agricolo a credito. In questo senso sono protagonisti gli alberi, dall’ettaro di food forest che hanno piantato, con un’infinita varietà di alberi da frutto e no, fino agli alberi piantati nei filari che negli anni faranno ombra nel vigneto.

Sì, perché in questa zona, fa caldo, e sempre di più, così che per fare agricoltura c’è bisogno di guardare fuori dagli schemi e promuovere un nuovo metodo agricolo. Una delle cose che stupisce maggiormente è la cantina, all’arrivo quasi non si vede, una struttura architettonica con una parte interrata che è completamente integrata nel territorio.

In cantina le vinificazioni e gli affinamenti avvengono in cemento a parte una piccola parte in anfore di terracotta e legni, elementi porosi che permettano al vino di respirare. I vini di Morasinsi raccontano il territorio, con i suoli calcarei, ed i vitigni locali con un’autenticità e sincerità poche volte incontrata, bevute snelle che non mancano di freschezza oltre che al frutto.

Per questi motivi avevamo voglia di raccontarvi questa zona meno conosciuta della Puglia, con un carattere autentico, selvaggio, naturale.