RAMIRO IBAÑEZ

Sanlucar De Barrameda – Jerez
Andalucia

 

Quando parla Ramiro le persone stanno in silenzio, ascoltano quello che ha da dire.

E’ una persona seria, con lo sguardo concentrato ed ha una competenza da lasciare a bocca aperta; poi un sorriso lascia intravedere quel carattere buono e sensibile che lo rende tanto grande. Ramiro Ibañez oltre ad essere un enologo, laureato presso l’università di Cadiz, oggigiorno consulente delle cantine tra le più prestigiose di tutto il Marco de Jerez, è uno dei personaggi di spicco quando si parla di produttori dei grandi vini da pasto non fortificati di Jerez.

Dulcis in fundo, insieme al suo amico Willy Perez sono proprietari del rinato marchio avanguardista De La Riva. Il progetto Ramiro Ibañez si sviluppa nella sua città di natale, Sanlucar de Barrameda. Questa città ci piace definirla una città “barrio”; el barrio in spagnolo significa quartiere, di fatto quindi una città quartiere, con tutte le dinamiche che questo comporta: conoscere tutti, sapere di tutto e di tutti, la piazzetta dove i signori bevono il caffe, la signora che rientra da fare la spesa con il sacchetto in una mano ed bottiglione nell’alttra, gli orti colorati di verdure ed alberi di frutta.

Le persone di Sanlucar sono autentiche, mangiano i prodotti della terra e del mare e bevono il loro vino di casa, scorrevole e salato. Sanlucar de Barrameda all’interno del Marco de Jerez è la città più atlantica e fresca, i suoi vigneti vivono l’influenza dell’Oceano. E’ tanto speciale che il fino a Sanlucar prende un nome proprio: la Manzanilla, vi suona vero?

I suoli sono bianchi, bianchissimi; protagosnista è l’albariza del Marco de Jerez, caratteristico calcalre comune a tutta la zona, nonostante questo però sono presenti tipologie di albariza differenti che creano condizioni di crescita alle piante distinte.
La Lentejuelas è l’albariza più porosa e friabile, qui le piante crescono facilmente, e vegetano rigogliose, i vini sono fluidi e poco concentrati; abbiamo poi la Barajuela che sono suoli calcarei già piu compatti e di struttura laminare, le radici crescono con difficoltà tra le lamine e la pianta vegeta in maniera più contenuta, i vini hanno sicuramente più carattere e materia; infine la Cerrada è l’albariza più compatta in assoluto, qui la pianta soffre molto a crescere, in questo caso possono arrivare ad avere molto estratto e materia.

Ramiro legge il suo territorio di Sanlucar de Barrameda e si fa pioniere di una riscoperta di vini tradizionali di Jerez non fortificati, i vini da pasto, fermentati ed affinati in botas de Jerez. La gamma prevede le declinazioni di UBE, vere e proprie interpretazione di terroir dal Miraflores ad El Reventon, o il Maìna, per attraversare diversi tipi di suoli.
Poi abbiamo Agostado Cortado, per riprendere lo stile ossidativo tradizionale; ed infine Pandorga, le versioni di vino dolce con asoleo delle uve sia da Pedro Ximenez che da uva Tintilla.

Quelli di Ramiro Ibañez sono tra i vini più soprendenti e puri che possiamo conoscere da questa zona e sicuramente una delle grandi rappresentanze oggigiorno di questa Spagna sempre più intrigante per gli appassionati di vino.

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