GUNTHER STEINMETZ

Brauneberg – Mosella Centrale
Mosel

 

 Arrivare a Brauneberg in Mosella è come arrivare a Santiago di Compostela per un pellegrino, siamo nel cuore, nel santuario del Riesling.

Ovunque ci giriamo vediamo vigneti ed esposizioni rinomate, pensiamo a Brauneberg Juffer, Wehlen Sonnenuhr, che piombano a capofitto sul fiume tedesco più conosciuto per il vino, der Mosel. La Famiglia Steinmetz non è originaria della regione ed arriva a Brauneberg nel 1930, avevano diverse attività: una macelleria, un pub con hotel ed una cantina.

Nel 1950 Gunther, dopo la morte del padre, decide di vendere le attività ad eccezione per quella a cui era profondamente legato, la cantina. Gunther da sempre ha affermato che il suo obiettivo era quello di produrre vini all’opposto rispetto a quello che le scuole impartivano, ovvero vini che non fossero frutto di sofisticazioni, specialmente in cantina, con prodotti esogeni.
Dagli anni ’50 agli anni ’70 Gunther si dedica a produrre vini classici a base Riesling, vini provenienti da uve al giusto punto di maturazione, secchi o demi sec, al contrario dunque di quello che tutti stavano promuovendo come stile della regione i vini con residui zuccherini.

Le vendemmie in Mosella erano sempre particolarmente tardive, le uve entravano in cantina fredde nel mese di novembre e i mosti estratti altrettanto, per questo le fermentazioni spontanee erano particolarmente lunghe e questo dava già origine a vini che nel tempo trovavano la loro grande essenza.
Stefan Steinmetz, nasce nel 1978 e a 21 anni riprende l’azienda del padre, siamo nel 1999. Stefan parte dall’idea seguita dal padre, lo stile trocken è tradizione, ma apporta un approccio naturale alla viticoltura e nelle vinificazioni in modo particolare nella gamma dei rossi come il suo Pinot Noir vinificato a grappe entiere.

Oggi l’azienda conta 13 ha in Mosella Centrale, su 60 parcelle distinte, il 94% degli ha sono poszionati su versanti scoscesi, lavorabili solo a mano. Leggere un terroir per Stefan è fondamentale: l’austerità e la tensione dello scisto blu deve essere accompagnato in botte, mentre invece lo scisto grigio più ampio ed opulento ha bisogno dell’acciaio.

Tutte le vinificazioni sono spontanee e svolgono la malo lattica. Stefan nella sua visione parla molto di terroir, è quasi un’ossessione, ed afferma:”non produco vini che debbano piacere a tutti, devono essere solo se stessi”.

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